giovedì 6 aprile 2017

Appello al Governo e al Parlamento Italiano




No ai migration compact e agli accordi conseguenti


L’Europarlamento ha condannato con una pesante risoluzione l’uso dei cosiddetti “migration compact”, gli accordi attraverso i quali, per bloccare i flussi migratori, l’Unione Europea e numerosi dei singoli Stati membri della Ue, a cominciare dall’Italia, esternalizzano il più a sud possibile i confini dell’Europa, dandone “in gestione” la vigilanza ai Governi africani o mediorientali contraenti, in cambio di finanziamenti descritti come aiuti o contributi allo sviluppo e alla cooperazione.

Nella risoluzione si chiede, in particolare, di instaurare “un regime di governance multilaterale” per le migrazioni, una più stretta cooperazione tra l’Unione Europea, gli organismi specializzati delle Nazioni Unite, le banche multilaterali di sviluppo e le organizzazioni regionali. E si sollecita, soprattutto, la creazione di una vera e propria politica comune europea in materia di migrazione, incentrata sui diritti umani e basata sul principio di solidarietà tra gli Stati membri.

Non solo: come prima “risposta” concreta, da attuare subito, il Parlamento Europeo vuole essere coinvolto nell’attuazione dei cosiddetti “migration compact” che l’Unione sta negoziando con vari Governi per frenare o bloccare  i flussi migratori, nella convinzione che questi accordi – di cui è stata condannata la “mancanza di trasparenza” – non devono servire per incentivare i Paesi terzi “a cooperare alla riammissione dei migranti irregolari o a dissuadere con la coercizione le persone a mettersi in viaggio oppure a fermare i flussi diretti in Europa”. Al contrario: lì dove se ne ravvisa la necessità o l’opportunità, gli aiuti vanno concessi dalla Ue senza porre alcuna condizione in materia di immigrazione.

Alla luce di questa risoluzione, sulla quale è totalmente d’accordo

l’Agenzia Habeshia

chiede al Governo e al Parlamento italiano di:

A – Revocare il recente accordo sottoscritto con il governo di Tripoli guidato da Fayez Serraj e il conseguente patto con circa 60 tribù del sud della Libia, rivolti appunto a bloccare o a rimandare in Africa i migranti, a prescindere dalla loro volontà e dalla sorte stessa che li attende. Questo è una palese violazione dei diritti fondamentali dell'Uomo.

A questa revoca vanno fatti seguire provvedimenti di annullamento o revisione analoghi per tutte le intese sottoscritte negli ultimi mesi o in via di completamento: ad esempio, Sudan, Mali, Gambia, Niger, ecc.

B – Ritirare prima dell’approvazione definitiva alla Camera il “decreto Minniti” sull’immigrazione, che è palesemente in linea e anzi completa i “migration compact”, riesumando i Cie (più volte condannati a livello europeo) per moltiplicare le espulsioni e introducendo – come hanno sottolineato numerosi giuristi – una palese violazione della Costituzione, istituendo una “giustizia speciale” ed eliminando uno dei gradi di giudizio per i ricorsi presentati contro l’eventuale rigetto delle domande di asilo o contro i decreti di respingimento forzato, con l’unico obiettivo di accelerare al massimo le procedure.

C – Rinunciare all’intenzione di rilanciare in occasione del G-7 di Taormina, nel prossimo mese di maggio, il programma generale di Migration Compact già presentato dall’Italia nell’aprile del 2016 a Bruxelles e rimasto in sospeso.

 D - Ci serve un piano congiunto tra EU - UA 1. Per risolvere le cause del esodo di profughi dell'Africa, andare alla radice del problema 2.  Proteggerli nei paesi di transito da ogni rischio di abusi e violenze, mettendo in atto un piano di accoglienza diffusa con un programma di sviluppo che coinvolge i rifugiati,  in Africa, offrendo sistemazione alloggiative, lavorative e borse di studio in Africa, creando quelle condizioni che rispettano la dignità umana. 3. Programma europeo di reinsediamento o corridoio umanitario per i casi di persone perseguitate, casi vulnerabili.


                                                                     Don Mussie Zerai

                                                             Presidente dell’Agenzia Habeshia
Aderiscono al nostro Appello:-
Tempi Moderni, 
Comitato Nuovi Desaparecidos, 
Progetto Diritti,  
Coordinamento Eritrea Democratica,
Diritti e Frontiere (Adif)
Comitato provinciale Anpi di Rimini
Possibile



       Roma, 5 aprile 2017  

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