mercoledì 14 dicembre 2011

CEI: La comunità che li accoglie investe nel suo futuro


Immigrati, monito della Cei: "La comunità che li accoglie investe nel suo futuro"

ultimo aggiornamento: 14 dicembre, ore 11:22
Roma - (Adnkronos) - Il segretario generale della Cei, monsignor Crociata: "Sul tema della cura e dell'ospitalità sono in questione i fondamenti stessi della nostra umanità e gli apporti decisivi che la fede cristiana ha dato alla nostra civiltà". Ieri strage di senegalesi a Firenze per mano di un estremista di destra, oggi proclamato lutto cittadino nel capoluogo toscano


Roma, 14 dic. (Adnkronos) - ''Una comunità attenta alle persone migranti e ai problemi connessi alla mobilità umana è una comunità che investe sul futuro, che sa donare e ricevere speranza, che si arricchisce e si sviluppa spiritualmente, moralmente e anche economicamente''. E' quanto ha detto stamane il Segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, aprendo i lavori del seminario ''Salute e Migrazioni. Quale cura per la mobilità?'', organizzato dall'Ufficio Nazionale per la pa-storale della sanità e dalla Fondazione Migrantes che si tiene oggi a Roma.
''La cura - ha aggiunto monsignor Crociata - rende ospitale la città e la città ospitale rende utili e proficui i gesti di cura. L'ascolto, la conoscenza e la prossimità ai bisogni e alle fragilità caratterizzano la città ospitale e, d'altra parte, in una città ospitale, ogni cura acquista efficacia più ampia producendo valore aggiunto''.
''Come Chiesa - ha quindi aggiunto - fedeli al mandato di Cristo Euntes curate infirmos, riprendiamoci il compito di educare all'ospitalità e alla cura, condizioni irrinunciabili di una cittadinanza inclusiva e di vera giustizia sociale, nonché vie efficaci di evangelizzazione''.
Nel suo intervento Crociata insiste sul grande fenomeno delle migrazioni: ''Sul tema della cura e dell'ospitalità sono in questione i fondamenti stessi della nostra umanità e gli apporti decisivi che la fede cristiana ha dato alla nostra civiltà". E ancora: ''Dobbiamo imparare a riconoscere il volto di Cristo in coloro che soffrono, spendendoci personalmente e comunitariamente per contrasta-re diseguaglianze, solitudine e abbandono''.
''Secondo i dati pubblicati nel Dossier Statistico Immigrazione 2011, elaborato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes - ha detto Crociata - gli immigrati residenti nel nostro Paese sono attualmente 4.919.000, mentre si stima che gli irregolari siano tra 300 e 500mila. Questo significa che oggi in Italia sono presenti oltre 5 milioni di persone di 198 nazionalità diverse''.
''Soffermandosi a considerare tali dimensioni del fenomeno migratorio nel nostro Paese - ha aggiunto - si potrebbe facilmente intuire l'importanza di coniugare salute e migrazioni in vista dei processi di integrazione e di co-struzione del bene comune. Se poi pensiamo che la maggior parte degli immigrati ha vissuto un periodo nell'irregolarità e nella paura, attraversando situazioni di sofferenza fisica e mentale senza possibilità di poterla condividere, ci accorgiamo che ''sul tema della cura e dell'ospitalità sono in questione i fondamenti stessi della nostra umanità e gli apporti decisivi che la fede cristiana ha dato alla nostra civiltà''.

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