venerdì 19 marzo 2010

Orizzonti: Centro Astalli: tirocini in azienda per rifugiati

I risultati del progetto "Punti di forza", finanziato dalla provincia di Roma e rivolto a quasi 150 giovani provenienti da 24 Paesi diversi da Redattore Sociale Prima l’orientamento, poi un corso di italiano, poi una formazione specialistica e infine, anche un tirocinio in azienda. Arrivano da 24 Paesi diversi, dall’Afghanistan all’Eritrea, dal Sudan alla Nigeria, i quasi 150 giovani stranieri protagonisti del progetto “Punti di forza. Percorsi di integrazione sostenibile”, ideato e gestito dal Centro Astalli e finanziato dalla Provincia di Roma. Un percorso rivolto a immigrati, per lo più rifugiati o richiedenti asilo, per affiancarli nel difficile cammino che porta ad un lavoro. E non, per quanto importante, ad un lavoro qualunque, ma a quello per cui questi ragazzi e queste ragazze si sentono portati, quello per il quale – nella stragrande maggioranza dei casi – avevano studiato nel loro Paese d’origine, prima di abbandonarlo per cause di forza maggiore. Giovanissimi i protagonisti: 142 stranieri (96 uomini e 46 donne), quattro su cinque – 82% – sotto i 35 anni, uno su tre anche sotto i 25. Nonostante la giovane età, rilevante il numero di quanti vantavano già una esperienza lavorativa, formale o più frequentemente informale: una platea più in generale particolarmente vulnerabile, con 47 richiedenti asilo, 30 rifugiati, 27 destinatari di protezione sussidiaria e 22 di protezione umanitaria. Fra di loro, un gran numero di afgani (51), seguiti da eritrei (17) e sudanesi (13), con Nigeria (8), Costa d’Avorio e Guinea (7 ciascuno) a seguire. Dopo la fase di orientamento individuale, svolta ad aprile-maggio 2009 su 142 persone, in 81 sono stati coinvolti nel corso di italiano: il miglioramento delle competenze linguistiche è infatti un prerequisito per l’ingresso nel mondo del lavoro. A quaranta di loro è stata poi proposta una formazione specialistica (avviata a ottobre 2009) con approfondimento sul funzionamento degli enti locali italiani, sulle caratteristiche del mercato del lavoro, sui principali tipi di contratto, sulle offerte formative e sui tirocini. Grazie alla collaborazione di Fpm&Partners, per venti stranieri è iniziato davvero uno stage in azienda: magazziniere, segretaria, muratore, giardiniere, meccanico, gastronomo, capocameriere, parrucchiere, cuoco, operaio e installatore di impianti elettrici le qualifiche offerte. Se per questi stranieri il progetto del Centro Astalli ha significato l’occasione per iniziare ad orientarsi in un paese così diverso dal loro, il quadro complessivo emerso dal progetto racconta di criticità evidenti. «I migranti più vulnerabili – spiegano i responsabili – si trovano davanti difficoltà enormi e per le donne in particolare ai traumi pregressi si aggiunge il fatto di trovarsi sole». Per il Centro Astalli «la precarietà economica e alloggiativa porta spesso a privilegiare un impiego di basso livello che può tradursi in una fonte immediata di sostentamento»: ecco allora che «giovani che potrebbero con poco sforzo accedere a lavori più gratificanti e adulti che potrebbero spendere in Italia le competenze pregresse vengono livellati in una zona grigia di impieghi poco qualificati che impediscono la valorizzazione dei talenti individuali e condannano la persona a vivere sulla soglia della povertà, con il rischio di ricadere all’infinito nel circuito dell’assistenza». Ecco dunque la necessità di rafforzare il sostegno ai percorsi di formazione per i migranti vulnerabili attraverso formule di indennità oraria, contributi alloggio e tirocini retribuiti. «Non è realistico – è la posizione del Centro Astalli – immaginare un semplice avvio al libero mercato», e occorre dunque «sollecitare la responsabilità sociale delle aziende e individuare a monte percorsi di formazione e inserimento ad hoc che valorizzino le competenze pregresse e le potenzialità di ciascuno». 19 marzo 2010

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