giovedì 25 febbraio 2010

Reporter nel mirino: il 2009 è stato un anno nero

ROMA - E' stato un anno terribile per la libertà di stampa, il peggiore dal 1992. Stando al rapporto "Attacks on the press 2009", stilato dall'associazione Committee to protect journalists, infatti, sono 99 i giornalisti e gli operatori dell'informazione uccisi e 136 imprigionati in tutto il mondo. Il reporter dimostra di essere un mestiere pericoloso, ancora più se si è giornalisti freelance o online, quindi spesso senza la protezione di organizzazioni strutturate e influenti. Tuttavia, il ruolo di chi cerca di fare informazione su Internet e per conto proprio, dice lo studio, "è più importante che mai" in un contesto in cui "la tecnologia sta cambiando il modo in cui la gente nel mondo raccoglie e riceve l'informazione" e le "testate internazionali tagliano gli staff e chiudono gli uffici all'estero". Nella hit dei Paesi che imbavagliano gli operatori dell'informazione, secondo lo studio, ci sono le Filippine, anche in conseguenza dell'attentato di Ampatuan che nello scorso novembre ha causato la morte di 31 reporter. Seguono la Somalia (9 giornalisti uccisi), l'Iraq e il Pakistan (entrambi con 4). Sul fronte delle incarcerazioni si distingue la Cina con 24 reporter finiti dietro le sbarre, seguita da Iran (23), Cuba (22) e Eritrea (19).

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