martedì 2 ottobre 2007

Lettera Aperta

On. Dott. Giuliano Amato Ministro Dell’Interno Palazzo Viminale Via Agostino Depretis 00184 Roma On. Dott. Paolo Ferrerò Ministro per la Solidarietà Sociale Via Fornovo, 8 00192 Roma Lettera aperta Signor Ministro, La comunità dei richiedenti asilo politico e rifugiati, eritrei in Italia, siamo profondamente sconvolti dalla morte di Kidane Mehari, avvenuta l’otto Marzo di questo anno, a Milano presso la ex caserma di viale Forlanini, attualmente occupata da richiedenti asilo politico, rifugiati e quelli che dovrebbero godere della protezione umanitaria, dove viveva in condizioni non degne di una società civile. Questa condizione di vita indegna ha toccato e tocca in sorte a tanti rifugiati eritrei e di altre nazionalità, abbiamo già avuto qualche mese fa un’altro ragazzo eritreo morto impiccandosi a Milano, in pochi mesi sono già quattro eritrei morti in Italia, a causa di condizioni disperate di vita in cui versavano, e troppo per noi che siamo venuti per salvare la nostra vita, siamo venuti pieni di speranza per una vita migliore fatta di libertà, di lavoro, di pace in vece tanti di noi sono costretti a vivere da barboni, perché lo stato a cui hanno chiesto asilo, gli ha abbandonati a se stessi, in balia a tante forme di discriminazioni, emarginazioni sociali, culturali ed economiche, spogliati della loro dignità di persone, spesso sfruttati da persone senza scrupolo, dove la protezione dello stato per queste persone? Per anni, mi sono occupato a Roma, di Eritrei, Etiopi, Sudanesi, e Somale persone costrette a vivere in condizioni di totale degrado, luoghi come Ponte Mammolo a Roma, zona Stazione Tiburtina, dove vivono centinaia di richiedenti asilo politico, rifugiati riconosciuti, ebbene questo luogo e una discarica a cielo aperto, dove gli abitanti del quartieri ci butano di tutto, per non parlare chi e finito sotto i ponti, sulla via Collatina, quasi 500 persone solo eritrei ed etiopi, vivono sforzandosi di conservare la loro dignità, in una struttura fatiscente, con grossi rischi per la loro sicurezza perché stiamo parlando di rifugiati politici, per i loro famigliari che sono rimasti nel paese di origine, in particolare per gli eritrei, il regime procede ad arrestare i famigliari dei rifugiati, richiedenti asilo una volta appurato che il loro congiunto si trova all’estero come rifugiato, hanno anche il problema per il rinnovo di permesso di soggiorno, perché non hanno una residenza o un domicilio, dato che la struttura dove vivono una occupazione, con il rischio di finire nella clandestinità o di procurarsi domicili fittizi, ce chi specula sulla loro condizione facendosi pagare per dichiarare che quella persona risiede da lui. Zona Romanina, palazzo di proprietà dell’Enasarco ubicato in via Arrigo Cavaglieri, 8 qui vivono 380 persone circa, famiglie con bambini, di quattro nazionalità, tutti provenienti dal Corno d’Africa, dove e stata avviata una esperienza pilota, di autogestione di una struttura, messa a disposizione dal Comune di Roma, spero che questa esperienza si allarghi sempre di più, perché il progetto che abbiamo realizzato in collaborazione con il X Municipio di Roma, prevede dopo la prima accoglienza, nei vari centri già esistenti, il richiedente viene trasferiti nei centri autogestiti da rifugiati stessi, in stretta collaborazione con gli enti locali e territoriali, come centri di seconda accoglienza, con la presa in carico dai servizi sociali, che realizzano in pieno accordo con l’interessato, un progetto, che prevede un periodo di formazione o di riqualificazione professionale, inserimento nella vita lavorativa, fino ad una indipendenza economica, per poi reperire abitazione a prezzo accessibile d’affitto, o inserimento nella graduatoria per l’assegnazione delle case popolari, spero che venga recepita nella legge Regionale del Lazio, in attesa che si arrivi ad una legge nazionale organica su diritto di asilo in Italia, che attendiamo da anni; abbiamo apprezzato l’interessamento e lo stanziamento di fondi da parte Vostra e Vi ringraziamo, per trovare soluzioni adeguate al problema di accoglienza, purtroppo dobbiamo constatare che il Comune di Roma tarda nel mettere in pratica il progetto, dal mese di settembre che attendiamo una soluzione per Romanina, perché le persone vivono in condizioni difficili, con 8 servizi, senza cucina, con altissimo rischio d’incidenti domestici, perché usano i fornelli elettrici, bombole di gas, in una struttura non messa a norma di legge. Sul piano nazionale l’attuale situazione ce un sistema d’accoglienza frammentato, troppo costoso, poco utile, privo di un coordinamento tra enti locali e la provincia, regione fino a livello nazionale, non ce un progetto di accompagnamento, di sostegno per un richiedente asilo politico dal suo arrivo fino al suo inserimento nella società, progetto che prevede informazione e formazione, lavoro, casa e partecipazione alla vita soci-politica del paese, fino a sé lo desidera come già previsto dalla legge che un rifugiato dopo cinque anni di residenza possa presentare la richiesta per l’acquisizione della cittadinanza Italiana. Ecco Signori Ministri, drammi come questa di Kidane Mehari morto 08.03.2007 non si ripetano più in un paese civile quale l’Italia, noi ci attendiamo molto da questo governo a cui voi fate parte, una delle nostre attese quella di una legge organica su diritto di asilo, una legge sull’immigrazione più umana da quella di Bossi-Fini, soprattutto una legge che non criminalizzi gli immigrati in quanto tale, il CLANDESTINO e un essere umano, con suo carico di speranza, di angoscia, di voglia di vivere, voglia di libertà, Vi chiediamo quando fatte le leggi non pensate solo alla sicurezza nazionale o interessi particolari di un partito o dei poteri forti, ma la persona, la sua dignità, Io continuamente mi sento discriminato, anche dallo stato, quando mi costringe ad attese lunghe tre mesi per avere un duplicato del permesso di soggiorno, per rinnovarlo lo stesso attese tre quattro mesi, paralizzando le mie attività, non poter viaggiare, quando vedo un grande cartellone pubblicitario della Lega che recita chi "vota per il diritto di voto a immigrati vota Binladen" paragonati ai terroristi, questa una calunnia nei nostri confronti, come ogni qual volta che si parla in TV o Giornali di immigrati quasi solo nella cronaca nera, ce molta strada da fare contro il razzismo, discriminazioni, sfruttamento. Nella speranza di avere un riscontro positivo a queste richieste, Vi ringraziamo per l’attenzione che ci concedete. Con deferente ossequio. A nome dell’A.H.C.S., il Presidente ___________________ Mussie Zerai Yosief Roma, 19 marzo 2007. ________________________________________________________ Mussie Zerai Yosief Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (A.H.C.S) Cell. 338.4424202 ; E-mail: agenzia_habeshia@yahoo.it http://habeshia.blogspot.com

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